Bambino disabile a vita, l’errore era stato dei medici: maxi risarcimento per la famiglia

Il bambino di 11 anni, è diventato tetraplegico a causa di un errore medico eseguito durante il parto: ora la famiglia attende il risarcimento

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neonato – Foto Pixabay – yeslifemagazine.it

Errore nel parto: neonato disabile a vita

Si è tratto di un errore medico. Secondo la famiglia originaria dell’Umbria il bambino, ora di 11 anni, è rimasto colpito da una grave forma di tetraplegia a causa di un errore da parte dell’equipe medica al momento del parto. Si tratta di un caso che ha messo in luce le difficoltà del Sistema Sanitario Nazionale in particolare l’Azienda Sanitaria Unica Marche contro la quale la famiglia ha fatto causa. Ha vinto oggi, con una sentenza che stanzia un maxi risarcimento per i danni subiti: si tratta di un bambino che è rimasto disabile al 100% dopo il parto in ospedale. La decisione in primo grado è stata presa dal Tribunale di Ancona. Il piccolo è nato nel 2011 nell’Ospedale di San Severino Marche.

La causa e il maxi risarcimento: come è andata

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neonato -Foto Pixabay- yeslifemagazine.it

La famiglia di origine umbra che si è trasferita per lavoro nelle Marche è stata assistita dall’avvocato Cristiana Olivieri e ha mosso causa nei confronti dell’Azienda Sanitaria Unica Marche. E’ stato chiaro e netto l’esito della consulenza tecnica che ha disposto il verdetto: un medico legale e un ginecologo hanno espresso il loro parere riguardo la disabilità del bambino.

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bambino con genitore – Foto Pixabay – yeslifemagazine.it

Si tratta di un maxi risarcimento di 2 milioni e 276 mila euro, riporta Il Messaggero. Secondo la famiglia, il piccolo era già in una situazione di sofferenza fetale e il personale medico avrebbe dovuto optare per un parto cesareo. La possibilità è stata scartata e il piccolo è stato fatto uscire con l’aiuto di una ventosa. Il bambino, però, presentava il cordone ombelicale intorno al collo e non respirava quando è riuscito ad uscire con tutto il corpo. “Presentava ipotonia e assenza di attività respiratoria e cardiaca”, hanno scritto i medici. Da qui, la sentenza in primo grado del Tribunale di Ancona che restituisce, sotto forma di risarcimento economico una mancanza che non potrà mai essere colmata.

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