Attentato San Pietroburgo, evasione boss mafioso: VIDEO nel TG di Yeslifemagazine.it

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Darya Trepova attentato caffè San Pietroburgo
Darya Trepova (ansa foto) – YESLIFEMAGAZINE.IT

L’attentato di domenica in un caffè di San Pietroburgo, che ha causato la morte di un giornalista, sarebbe stato “pianificato dai servizi segreti ucraini”.

Lo ha riferito il Comitato nazionale antiterrorismo russo, mentre Kiev, dal canto suo, continua a negare qualsiasi coinvolgimento. Per l’attentato è stata fermata una giovane donna, Darya Trepova, che ha confessato di aver consegnato al blogger la statuetta contenente l’esplosivo.

“Ho portato una statuetta che poi è esplosa”, ha spiegato Darya poco dopo il fermo, non rivelando nulla sull’identità della persona che le aveva dato la statuetta. Il bilancio è salito a 32 feriti, di cui 10 in gravi condizioni.

Secondo il Cremlino, Kiev sosterrebbe “azioni terroristiche”, motivo per il quale l’operazione militare speciale in Ucraina prosegue.

Evasione dal carcere di Nuoro: boss della mafia garganica

evasione boss carcere Nuoro
Evasione Boss (ansa foto) – YESLIFEMAGAZINE.IT

Gli agenti della Squadra Mobile di Nuoro hanno effettuato nelle scorse ore due arresti. In manette sarebbero finiti un assistente capo della Polizia penitenziaria e la sorella di un detenuto del carcere del capoluogo di provincia sardo, lo stesso da cui lo scorso 25 febbraio è evaso, in maniera rocambolesca, il boss della mafia garganica Marco Raduano. I due arresti, però, come precisato dagli inquirenti, non sarebbero direttamente collegati alla fuga del boss.

Le accuse mosse nei confronti della donna e dell’agente sarebbero, difatti, di corruzione e introduzione illecita di telefoni cellulari all’interno di una struttura carceraria.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Nuoro e avviate prima dell’evasione di Raduano, su una segnalazione interna, avrebbero fatto emergere il passaggio di denaro finalizzato all’introduzione all’interno del penitenziario di uno o più cellulari destinati a detenuti in regime di alta sicurezza.

Sono circa 15 i dispositivi rintracciati dalla Squadra Mobile, in collaborazione con la Polizia Penitenziaria, uno dei quali trovato addosso ad un detenuto.

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