Mihajlovic aveva capito tutto. L’ultima confessione fatta al suo amico: “Se non funziona..”

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic nelle parole del suo amico che rivela che l’allenatore aveva compreso cosa stava per succedere

Francesca Bloise 

19 Dicembre 2022 

Feretro Mihajlovic
Feretro Mihajlovic (Ansa Foto) – YESLIFEMAGAZINE.IT

Oggi è il giorno dell’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, l’ex giocatore e allenatore che se ne è andato a 53 anni dopo averne combattuti tre contro la leucemia. Ieri la camera ardente in Campidoglio per permettere a tutti, non solo amici e conoscenti, un ultimo saluto verso che lui che è stato un vero leone, attaccato alla vita come non mai e che ha combattuto fino alla fine.

Oggi, alle 11 presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Piazza Esedra a Roma, i funerali. E prima dell’ultimo saluto a Sinisa, il suo amico e negli ultimi tempi anche biografo, Andrea di Caro, vicedirettore della Gazzetta della Sport, ha voluto ricordarlo con tanti aneddoti che probabilmente solo lui conosce: dettagli della malattia, soprattutto negli ultimi mesi, consegnati al pubblico con estrema delicatezza, e momenti di vita vissuta, piena di amore per la famiglia.

Mihajlovic: un uomo che voleva vivere a tutti i costi

Sinisa Mihajlovic sorriso
Sinisa Mihajlovic (Ansa Foto) – YESLIFEMAGAZINE.IT

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Aneddoti, retroscena, immagini e tantissime emozioni. Si compone di tutto questo e molto altro il ritratto ricordo che Andrea Di Caro ha fatto del suo amico Sinisa Mihajlovic sulle pagine della Gazzetta dello Sport. “Non ho mai visto un uomo lottare come te, Sinisa. Mai. Né uno così ferocemente attaccato alla vita”. È forse questa una delle frasi più emblematiche che raccontano la voglia di vivere dell’allenatore serbo che nel corso di questi tre lunghi anni di malattia non si è mai arreso perché lui davvero voleva vivere.

L’amore per il calcio e la sua voglia di migliorare sempre di più come allenatore e l’attaccamento alla sua famiglia, i suoi figli, la moglie e la sua nipotina. Sinisa sognava vedersi vecchio, con la barba bianca ed una tavola lunga, immensa, con tutta la sua famiglia: “A noi serbi piace così” diceva a Di Caro che ha ricordato anche tutte le parole dolci che al suo amico confidava per la moglie. L’amava come il primo giorno: “Lo dicevi a me e spesso non avevi il coraggio di dirlo a lei, capoccione di un serbo” sottolinea il vicedirettore della Gazzetta.

E poi la malattia, sempre affrontata con coraggio e resistenza, anche quando stava malissimo come ad agosto a Verona, presente in panchina al fianco del suo Bologna “Finito ma in piedi, un’immagine potentissima” scrive Di Caro che svela anche una delle ultime confidenze che il suo amico gli aveva fatto: “Se non funziona questa, è finita…”. Sinisa aveva capito già tutto, molto prima di tutti gli altri.

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